Che cos’è un
valore?
Qualcosa in
cui la gente crede. O qualcosa in cui io, anzitutto, credo? La gente crede a
tante cose, dopotutto… cioè, un valore è
qualcosa che io devo ritenere
importante.
Si crede
nell’onestà, nella fiducia, nel rispetto. Si crede, ma anche si cerca di agire
nel rispetto di certi principi. Valore è un punto di riferimento, dunque.
Ma davvero
c’è sempre una relazione diretta tra i valori che diciamo di sostenere e il
modo in cui ci comportiamo?
Veniamo
all’onestà: quanti di noi rispettano ostinatamente i 70 Km/h su strada
extraurbana quando il traffico è scarso in un pomeriggio d’estate? Forse non
tutti… d’altra parte ben diverso sarebbe però violare i 50km/h in città.
Perché?
Andare
troppo veloce in città diventa immediatamente pericoloso per chi guida e per chi il pedone che ci attraversa la
strada.
Allora in
questo caso un valore è come un confine entro
il quale è bene mantenersi.
E’ bene… per chi? Solo per me? O per me e per tutti?
E non sarebbe
forse meglio dire utile anziché bene?
Un valore è
qualcosa che è utile rispettare, che
ci orienta nelle nostre azioni. E’
qualcosa in cui crediamo e quindi ci ritroviamo dentro. Ma è qualcosa che non
abbiamo inventato da soli, nessun valore è nato con noi.
Un valore
parte sempre dal mondo sociale, dal
mondo delle relazioni tra le persone. Nel nostro semplice esempio, dalla
necessità di regolare la circolazione stradale, ovvero le “interazioni” tra
automobilisti e pedoni. Per proteggere chi va per strada (e in specialmente chi
va a piedi).
Eppure è
vero che un valore è anche qualcosa che “sento” dentro.
Se corro a
60 km/h allora in centro abitato avverto una spiacevole sensazione di
insicurezza che “automaticamente” mi fa sollevare il piede dall’acceleratore.
Ho paura. Pur senza riflettere, è come se avessi presente che possono esserci
conseguenze serie per quello che sto facendo. Quindi rallento e non ho più
paura di investire nessuno.
Effettivamente,
a questo livello, ho interiorizzato il
rispetto dei limiti di velocità. Forse ho sempre guidato piano o forse un giorno
guidavo distratto e c’è mancato poco che non vedessi quella biciletta senza
fanale…. Fatto sta che ad un certo punto ho capito che cosa poteva succedere (o l’ho
visto succedere ad altri) e ho cominciato a sentire
in un certo modo rispetto al solo pensiero di correre troppo.
Un valore (sociale) è diventato un fatto privato, individuale.