Dialogo tra un Consigliere e un Ex-gesuita (1)
L’Ex-gesuita:
Il Consigliere:
Ex-gesuita:
Consigliere:
Ex-gesuita
L’Ex-gesuita:
Signore, vedete il triste stato in cui m’ha
ridotto la bancarotta di due commercianti
missionari. Non avevo certamente nessun
contatto con fratello La Vallette e fratello
Sacy (2); ero un povero prete al collegio di
Clermont, detto "Luigi il Grande"; conoscevo
un po’ il latino e il catechismo che vi ho
insegnato per sei anni, senza nessun salario.
Appena uscito dal collegio, appena vi
siete comprato una carica di consigliere al
Parlamento, avendo fatto finta di studiare
il diritto, avete dato il vostro voto per costringermi
a mendicare il pane fuori dalla
mia patria, o per ridurmi a viverci schernito
con sedici luigi e sedici franchi all’anno, che
non bastano per vestire e nutrire me e la mia
sorella sarta ormai invalida. Tutti mi dicono
che questo disastro è capitato ai fratelli gesuiti,
non solo a causa della bancarotta di
La Vallette e di Sacy, missionari, ma perché
fratello La Chaise, confessore, era stato un
intrigante, e fratello Le Tellier, confessore,
un impudente persecutore; ma io non ho
mai conosciuto né l’uno né l’altro: costoro
erano morti prima ch’io nascessi.
Si sostiene, inoltre, che certe dispute tra
giansenisti e molinisti sulla Grazia Versatile
e sulla Scienza Media hanno molto contribuito
a farci cacciare dalle nostre case, ma io
non ha mai saputo che cosa fosse la Grazia.
Un tempo, vi ho fatto leggere Despautère e
Cicerone, i versi di Commire e di Virgilio,
il Pedagogo Cristiano e Seneca, i Salmi di Davide
in un latino maccheronico e le odi di
Orazio alla bruna Lalage e al biondo Ligurino,
flavam religantis comam41, che pettina le proprie bionde chiome. In poche parole,
ho fatto quel che potevo per istruirvi bene,
ed ecco la ricompensa!
Il Consigliere:
Mi avete dato proprio una bell’educazione;
è vero che mi accontentavo del biondo
Ligurino. Quando, però, feci il mio ingresso
in società, e mi azzardai a parlarne, ci
si burlò di me; avevo un bel citare le odi a
Ligurino e il Pedagogo cristiano, non sapevo
né che Francesco I fosse stato fatto prigioniero
a Pavia, né dove si trova Pavia; perfino
il paese in cui sono nato mi era sconosciuto;
non conoscevo né le leggi principali, né gli
interessi della mia patria: neanche una parola
di matematica, neanche una parola di
sana filosofia; sapevo un po’ di latino e delle
sciocchezze.
Ex-gesuita:
Non potevo insegnarvi ciò che non mi
era stato insegnato. Avevo studiato, quando
avevo quindici anni, nello stesso collegio: a
quell’età un gesuita mi turlupinò; diventai
novizio, mi fecero rimbecillire per due anni,
e poi mi fecero comandare. Vorreste forse
che vi avessi impartito l’educazione che si
riceve alla Scuola militare?
Consigliere:
No, bisogna che ognuno impari presto
tutto ciò che può permettergli di avere successo
nella professione cui è destinato. Clairaut
era figlio di un maestro di matematica;
non appena imparò a leggere e a scrivere,
suo padre gli illustrò la propria arte; egli
divenne un buonissimo geometra a dodici
anni; successivamente apprese il latino, che
non gli servì mai a nulla. La celebre marchesa
du Châtelet in un anno imparò il latino,
e lo sapeva benissimo, mentre noi venivamo
tenuti sette in collegio per farci balbettare
quella lingua, senza mai parlare alla nostra
ragione.
Quanto allo studio delle leggi, nel quale
entriamo dopo esserci congedati da voi,
era ancora peggio. Io sono di Parigi, e per
tre anni mi vengono fatte studiare le leggi
dimenticate dell’antica Roma; la mia legge
consuetudinaria mi basterebbe, se nel nostro
paese non ci fossero centoquarantaquattro
consuetudini diverse.
All’inizio, ascoltai il mio professore che
iniziò distinguendo la giurisprudenza in diritto
naturale e diritto delle genti: il diritto
naturale è comune, secondo lui, agli uomini
e agli animali; mentre il diritto delle genti è
comune a tutte le nazioni, di cui qualcuna è
in disaccordo con i propri vicini.
In seguito, ci parlarono della legge delle
dodici Tavole, presto abrogata presso coloro
che l’avevano promulgata; dell’editto
del pretore, quando non abbiamo pretori;
di tutto ciò che concerne gli schiavi, quando
non abbiamo schiavi domestici (almeno
nell’Europa cristiana); del divorzio, quando
il divorzio non è ancora entrato in vigore tra
noi, ecc., ecc., ecc.
Mi accorsi ben presto che mi stavano calando
in un abisso dal quale non avrei mai
potuto uscire. Vidi che mi era stata data
un’educazione del tutto inutile per regolarmi
in società.
Confesso che la mia confusione è raddoppiata
quando ho letto le nostre ordinanze;
ne esistono per l’equivalente di ottanta
volumi, tutte in contraddizione tra loro:
quando giudico, sono costretto a rimettermi
a quel po’ di buon senso e di equità che la
natura mi ha concesso; e con questi due aiuti
mi sbaglio quasi sempre.
Ho un fratello che studia teologia per diventare
gran vicario; lui si lamenta ancora di
più della propria educazione: deve perdere
sei anni per stabilire se esistono nove cori
di angeli, e qual è l’esatta differenza tra un
trono e una dominazione; se, nel paradiso
terreste, il Pisone si trova a destra o a sinistra del Ghicon [Gn 2, 11-13]; se la lingua in cui
il serpente ebbe alcune conversazioni con
Eva fosse la stessa di cui si servì l’asina con
Balaam [Gn 2, 1-5; Nm 22, 28-30]; come poteva
Melchisedech essere nato senza padre
né madre [Gn 14, 18]; dove dimora Enoch
che non è morto [Gn 5, 24]; dove si trovano
i cavalli che trasportarono Elia in un carro
di fuoco, dopo ch’egli ebbe separato le acque
del Giordano con il proprio mantello,
e quando costui tornerà per annunciare la
fine del mondo [2Re 2, 7 e 11]. Mio fratello
dice che tutti questi problemi l’imbarazzano
alquanto, e non hanno ancora potuto
procurargli un canonicato di Notre-Dame,
su cui noi contiamo.
Vedete, detto tra noi, che la maggior parte
degli insegnamenti che riceviamo sono
ridicoli, e che quelli che vengono impartiti
nell’ambito delle arti e dei mestieri sono infinitamente
migliori.
Ex-gesuita
D’accordo, ma io non ho di che vivere
con i miei quattrocento franchi, che fanno
ottantadue soldi al giorno; mentre un certo
tizio, il cui padre era un lacchè, ha trentasei
cavalli nella propria scuderia, quattro cuochi
e nessun cappellano.
Consigliere
E allora? Vi do altri quattrocento franchi
di tasca mia: e questo non l’ho imparato da
Jean Despautère nel corso dei miei studi.
Voltaire, Educazione in Dizionario Filosofico. Bompiani (2013)
________________________________
Note:
(1) l'ex-Gesuita è stato insegnante del Consigliere
(2) nel 1764 in Francia il re, su pressione del Parlamento, firmò l'editto per la soppressione dell'ordine religioso dei Gesuiti. La vicenda aveva avuto inizio a seguito della bancarotta della potente missione commerciale in Martinica del padre gesuita Antoine La Vallette.