31 luglio 2012

The best of all possible worlds (le meilleur des mondes possibles)



"Je voulus cent fois me tuer, mais j’aimais encore la vie. Cette faiblesse ridicule est peut-être un de nos penchants les plus funestes; car y a-t-il rien de plus sot que de vouloir porter continuellement un fardeau qu’on veut toujours jeter par terre; d’avoir son être en horreur, et de tenir à son être; enfin de caresser le serpent qui nous dévore, jusqu’à ce qu’il nous ait mangé le coeur?"
                                                                                        (Candide ou l'optimisme, 1759, Voltaire)


"A hundred times I was upon the point of killing myself; but still I loved life. This ridiculous foible is perhaps one of our most fatal characteristics; for is there anything more absurd than to wish to carry continually a burden which one can always throw down? to detest existence and yet to cling to one’s existence? in brief, to caress the serpent which devours us, till he has eaten our very heart?"



"Cien veces he querido darme la muerte, mas me sentia con apego á la vida. Acaso esta ridícula flaqueza es una de nuestras propensiones mas funestas; porque ¿donde hay mayor necedad que empeñarse en llevar continuamente encima una carga que siempre anhela uno por tirar al suelo; horrorizarse de su exîstencia, y querer exîstir; halagar en fin la víbora que nos está royendo, hasta que nos haya comido las entrañas y el corazon?"

20 luglio 2012

Syria updates

Le prime immagini del dittatore che vengono abbattute. Come in tutte le rivoluzioni vittoriose. Dopo il colpo di scena di mercoledì a Damasco, sembra che l'Esercito Siriano Libero stia via via conquistando il controllo di alcuni checkpoint. Con questo nome si indicano non solo dei "posti di blocco" ma delle aree strategiche presidiate da un'altra concentrazione di mezzi militari. Conquistare un checkpoint significa controllare l'accesso ad una zona, poterla difendere, poterla considerare zona liberata. Postazioni ben difese attorno alle città consentono il martellante bombardamento coi mortai. Tali postazioni a loro volta necessitano di essere difese tutto attorno dalla fanteria, con i conseguenti scontri a fuoco e la guerriglia. Discorso simile, per le postazioni dei cecchini nelle città.
Abbiamo visto, inoltre, in questi mesi anche l'importanza logistica delle strade asfaltate (come in Libia) per portare rinforzi e armi alle città assediate. 

In questa zona, al confine nord con la Turchia, la frontiera è stato conquistata dai rivoluzionari. Si può immaginare l'importanza che può avere, per una delle parti in lotta, controllare l'accesso al territorio (consentire dei rifornimenti, impedirne altri, consentire eventualmente la possibilità a feriti gravi di passare in Turchia).   

Bab Al-Hawa, provincia di Idlib (19 luglio 2012)


La BBC riferisce in serata che l'esercito regolare ha riconquistato questo confine. Per quanto riguarda invece, il posto di frontiera di Bab Al-Salam, vicino Aleppo, non ci sono smentite dell'avvenuta liberazione.

"Liberare" una città significa prima di tutto assicurarsi i punti di difesa strategici, a seguito del ritiro o delle diserzioni del nemico che sembrano essere avvenute in quantità negli ultimi giorni. La possibilità di colpire i blindati e i carri armati dell'esercito regolare lascia intendere che l'Esercito Libero ha potuto aumentare la propria dotazione di armi anticarro (i lanciarazzi RPG di cui si legge su qualche giornale) negli ultimi mesi.




Altra città del Sud, al confine con l'Iraq, che da oggi è in mano ai rivoluzionari, Al-Boukamal (Bukamal):



Questa avanzata dei rivoluzionari può far sperare in quello che giorni fa sarebbe sembrato un insperato cedimento del regime. La domanda è se non sia stato un calcolo consapevole quello di privilegiare la concentrazione di truppe a Damasco. Stando ad un Ufficiale di Frontiera Iracheno, l'Esercito Libero avrebbe commesso perlomeno il seguente crimine di guerra, nel conquistare il confine vicino Sinjar (cittadina del Nord Iraq in vista del confine siriano) : un'esecuzione di soldati regolari 22 siriani arresisi. Quest'ultimo episodio viene riportato anche dal Guardian.

18 luglio 2012

16 luglio 2012

Syria today

Rastan, Homs' province 16th July 2012




Jouret Shiyah, Homs's neighbourhood, 16th July 2012  (same explosions, two different views)

13 luglio 2012

Tremseh massacre (12th July 2012)

Notizie di questa sera annunciano un attacco da parte dell'esercito di Assad nella cittadina di Tremseh (o Traymseh o Taramseh, secondo traslitterazione) a 30 km da Hama. L'insediamento è stato bombardato a partire dal pomeriggio di giovedì 12 (con elicotteri e carri armati, il cui massiccio impiego ieri è stato confermato ufficialmente oggi dal Gen. Mood in conferenza stampa) e circondato dai militari in modo che la popolazione civile e i soldati del Free Syrian Army presenti (i rivoluzionari) non potessero uscire. La geografia delle zone rurali consente facilmente queste genere di manovre, così come avvenuto il 6  giugno a Qubair.

Un'altra similitudine è che, intorno a quello devastato ci sono alcuni villaggi a maggioranza alawita. Dopo il bombardamento, le milizie di shabiha (alawiti) sarebbero entrate a uccidere a sangue freddo buona parte della popolazione, per un totale di 220 persone. Tra le vittime anche alcuni rivoluzionari, ma in prevalenza civili.
Non è chiara la dinamica per cui i soldati dell'Esercito Libero sarebbero usciti dal paese durante il primo bombardamento mentre i civili sarebbero rimasti intrappolati.
La notizia sul Guardian e Repubblica, stasera:
www.guardian.co.uk/world/2012/jul/12/syrian-opposition-activists-hama-massacre
www.repubblica.it/esteri/2012/07/12/news/siria_strage-38967297/?ref=HREA-1

Il primo annuncio dalla Reuters:
www.reuters.com/article/2012/07/12/us-syria-crisis-idUSBRE8610SH20120712
in cui si può leggere la testimonianza (con nome e cognome) di uno degli attivisti residenti che è risuscito a lasciare Tremseh in tempo e che è stato in contatto telefonico con alcuni dei rimasti.
Anche in questo caso, naturalmente, le notizie arrivano, seppur dopo solo qualche ora, grazie alle testimonianze che le agenzie di stampa raccolgono dai residenti. Giornalisti stranieri non ce ne sono e, ricordiamolo, anche gli osservatori ONU hanno deciso, qualche settimana fa, di interrompere l'espletamento della loro missione.

In varie città della Siria si sono organizzate manifestazioni e cortei in solidarietà al villaggio a cui stavolta è toccato essere colpito.
Il massacro di oggi risulta particolarmente scomodo anche per l'inviato dell'ONU Kofi Annan che in questi ultimi giorni aveva assunto posizioni apparentemente e forzatamente morbide con il regime alla ricerca di un accordo che privilegiasse la cessazione della lotta armata su entrambi i fronti.

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Venerdì compaiono i primi video.
Carri armati che occupano le strade:


Persone morte, riprese giovedì notte:
www.youtube.com/watch?v=OcYHwB8sdRw&feature=plcp

Se il Gen. Mood si è augurato di poter mandare i suoi osservatori al più presto a Tremseh: nel pomeriggio di venerdì hanno avuto accesso alla zona e hanno intervistato i residenti. Si attende il report ufficialehttp://psicologiaeinterazioni.blogspot.it/2012/07/tremseh-massacre-and-un-report.html per i prossimi giorni. Nessun giornalista straniero ha potuto arrivare prima di sabato 14. Paul Chulov, inviato del Guardian, è il primo a raccogliere la testimonianza delle persone del paesino.

10 luglio 2012

L'eterna lamentela del sedicente precario della scuola (in una logica di Casta)

Articolo di Alex Corlazzoli, sul sito del FattoQuotidiano:

Si legge:

"Da qualche giorno, io per lo Stato italiano, caro Ministro [della Pubblica Istruzione]sono il numero 1002989 ovvero il numero della mia pratica di disoccupazione. Questa cifra l’ho appeso al petto, proprio come il 124 che è il numero che ho nella graduatoria. Per lo Stato sono sempre un numero. Siamo solo questo noi insegnanti precari che ogni anno ci ritroviamo il 30 agosto a sapere se avremo un posto di lavoro il 1 settembre."

Replica:

Lo avete sempre il posto di lavoro, caro Corlazzoli. Tutti gli anni. Chi entra nel sistema, da noi, non può più uscirne, nemmeno se picchia un alunno.

Quindi, perché si preoccupa?

Inoltre noi della casta dei disoccupati, siamo molto più accoglienti di voi, cari amici  arci-invidiati della Casta dei sedicenti Precari Statali. 
Ha visto? Non c'è un concorso da superare da noi inutili e inutilizzati cronici. 
Nella graduatoria per un posto da disoccupato, non ci sono punti di servizio e quindi per una volta si parte tutti alla pari, tutti a zero.
Non esistono, per noi, sindacati bonanniani e camussiani che si battono affinchè altre categorie di affamati stiano alla larga dal nostro infimo e mortifero territorio di nulla. Non c'è, per noi, il sistema marcio della Scuola Pubblica che protegge chi è dentro da chi è fuori e vorrebbe bussare. 

E' diverso. 

Caro giornalista insegnante, lei non starà a lungo nella sfortunata e solidissima categoria dei non-lavoro-di-lunga-durata ma, ad ogni modo, per il momento benvenuto. Potrà forse vedere, se non distoglierà schifato lo sguardo, che c'è chi ha meno tutele di lei in questo sistema statal-sindacal-medioevale. 

Latest videos from Homs (9th July 2012)

Al-Qusur (Al-Kussur) neighbourhood:



Al-Khaldiya neighbourhood:




Jouret Shiyah:

4 luglio 2012

Sua Maestà, Ministro Fornero: l'arroganza e l'ignoranza istituzionale


In questo filmato, il Ministro Fornero dà del bugiardo ad Antonio Di Pietro, dell'opposizione, e ottiene la solidarietà complice di alcuni membri del Governo (oltre che del Parlamento che, di lì a poco, la riconferma Ministro).
Il termine bugiardo non è casuale. Nelle scorse settimane il Ministro è stato criticato sulla stampa e in Parlamento per avere fornito cifre non conformi alla realtà (oltreché difformi da quelle fornite dall'INPS, Istituto di Previdenza Sociale) rispetto al numero dei cosiddetti "esodati" (fascia di lavoratori attorno ai  50 anni per i quali il pre-pensionamento è escluso e che si trovano senza lavoro).

L'atteggiamento (per non dire "personalità") tristemente dittatoriale di chi ritiene di non poter mai essere messa in discussione da chicchessia, si palesa ancora una volta.
La verità (rinfacciatale da Di Pietro) dà fastidio, evidentemente; ecco perché oggi, Elsa Fornero, ha deciso di vestire i panni della bulletta arrabbiata.

L'intervento completo dell'On. Di Pietro:

1 luglio 2012

Lettera ingenua al Presidente Napolitano

Lettera inviata ieri al Presidente Napolitano per invitarlo ed essere un più presente, quantomeno con dichiarazioni pubbliche, rispetto alla situazione in Siria:

"Egregio Presidente Napolitano,

sono un privato cittadino italiano e, nonostante la mia triste situazione lavorativa, non scrivo lamentandomi per me stesso.
Scrivo per chiedere una Sua presa di posizione, più ferma ma anche più umana, sulla questione siriana.
Il futuro, non Dio probabilmente, ci giudicherà. E' necessario che ciò che stiamo vedendo, in questi giorni e da mesi, venga portato all'attenzione dei media italiani spesso disattenti alle questioni internazionali e ai drammi umanitari. Sono necessari, a mio parere, da parte Sua, più frequenti richiami ad un intervento coordinato dei paesi UE e arabi per isolare il regime criminale di Assad. Isolarlo da un punto di vista politico e economico, ovviamente. Abbiamo tutti capito il ruolo mortifero e sinistro che la Russia sta svolgendo.

Le invio solo alcuni link con immagini (del 30 giugno) che, una volta viste, non possono essere ignorate sebbene provengano da un Paese non europeo e in parte, a noi italiani, sconosciuto:
http://www.youtube.com/watch?v=TsHQmtyuu5A
http://www.youtube.com/watch?v=RlBM2wj-44M

Mi appello al Suo buon senso e all'esperienza di chi una guerra l'ha vista in Italia, una guerra che, mi pare, fu altrettanto atroce in alcuni suoi incancellabili episodi.
Anche l'opinione pubblica ha bisogno di essere sensibilizzata sulla questione, e io credo che Lei possa fare molto anche in questo senso.

Detto questo, sono consapevole che Lei non ha ancora revocato l'Onorificenza che ha attribuito al dittatore siriano nel marzo 2010. Ma sono sicuro che si tratta solo di un ritardo (che in verità, conoscendoLa, non mi so spiegare).
La ringrazio e ho fiducia.

Davide Zanin"


Napolitano gestisce importanti affari internazionali


Napolitano impegnato in questi giorni in politica estera.



Napolitano vicino ad un cittadino italiano colpito dalla crisi economica.