13 luglio 2012

Tremseh massacre (12th July 2012)

Notizie di questa sera annunciano un attacco da parte dell'esercito di Assad nella cittadina di Tremseh (o Traymseh o Taramseh, secondo traslitterazione) a 30 km da Hama. L'insediamento è stato bombardato a partire dal pomeriggio di giovedì 12 (con elicotteri e carri armati, il cui massiccio impiego ieri è stato confermato ufficialmente oggi dal Gen. Mood in conferenza stampa) e circondato dai militari in modo che la popolazione civile e i soldati del Free Syrian Army presenti (i rivoluzionari) non potessero uscire. La geografia delle zone rurali consente facilmente queste genere di manovre, così come avvenuto il 6  giugno a Qubair.

Un'altra similitudine è che, intorno a quello devastato ci sono alcuni villaggi a maggioranza alawita. Dopo il bombardamento, le milizie di shabiha (alawiti) sarebbero entrate a uccidere a sangue freddo buona parte della popolazione, per un totale di 220 persone. Tra le vittime anche alcuni rivoluzionari, ma in prevalenza civili.
Non è chiara la dinamica per cui i soldati dell'Esercito Libero sarebbero usciti dal paese durante il primo bombardamento mentre i civili sarebbero rimasti intrappolati.
La notizia sul Guardian e Repubblica, stasera:
www.guardian.co.uk/world/2012/jul/12/syrian-opposition-activists-hama-massacre
www.repubblica.it/esteri/2012/07/12/news/siria_strage-38967297/?ref=HREA-1

Il primo annuncio dalla Reuters:
www.reuters.com/article/2012/07/12/us-syria-crisis-idUSBRE8610SH20120712
in cui si può leggere la testimonianza (con nome e cognome) di uno degli attivisti residenti che è risuscito a lasciare Tremseh in tempo e che è stato in contatto telefonico con alcuni dei rimasti.
Anche in questo caso, naturalmente, le notizie arrivano, seppur dopo solo qualche ora, grazie alle testimonianze che le agenzie di stampa raccolgono dai residenti. Giornalisti stranieri non ce ne sono e, ricordiamolo, anche gli osservatori ONU hanno deciso, qualche settimana fa, di interrompere l'espletamento della loro missione.

In varie città della Siria si sono organizzate manifestazioni e cortei in solidarietà al villaggio a cui stavolta è toccato essere colpito.
Il massacro di oggi risulta particolarmente scomodo anche per l'inviato dell'ONU Kofi Annan che in questi ultimi giorni aveva assunto posizioni apparentemente e forzatamente morbide con il regime alla ricerca di un accordo che privilegiasse la cessazione della lotta armata su entrambi i fronti.

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Venerdì compaiono i primi video.
Carri armati che occupano le strade:


Persone morte, riprese giovedì notte:
www.youtube.com/watch?v=OcYHwB8sdRw&feature=plcp

Se il Gen. Mood si è augurato di poter mandare i suoi osservatori al più presto a Tremseh: nel pomeriggio di venerdì hanno avuto accesso alla zona e hanno intervistato i residenti. Si attende il report ufficialehttp://psicologiaeinterazioni.blogspot.it/2012/07/tremseh-massacre-and-un-report.html per i prossimi giorni. Nessun giornalista straniero ha potuto arrivare prima di sabato 14. Paul Chulov, inviato del Guardian, è il primo a raccogliere la testimonianza delle persone del paesino.