27 maggio 2012

La Siria sui giornali online di oggi (a chi importa e a chi no)

La  strage  di Houla  ha  evidentemente  sconvolto il  pubblico (= chi guarda la TV, chi  legge il web)  di mezzo mondo. 
L'indifferenza dei governi di Europa e Stati Uniti, in casi come questo, risalta particolarmente e diventa imbarazzante per gli stessi protagonisti. Non può non venire in mente la guerra in Bosnia degli anni 92-95: la stessa inerzia internazionale e gli stessi veti da parte russa (ora anche cinese) clamorosamente responsabili e complici, allora come oggi, del perpetuarsi dello sterminio.


I giornali online, a seconda che siano più o meno votati ad una informazione di tipo globale o locale, politica o gossippara danno diverso risalto agli episodi degli ultimi giorni. In generale si nota comunque un'ampio accordo nel mettere al centro dell'attenzione la questione.


Sembra che venga sentito, in qualche modo, il dovere di informare per non far cadere l'attenzione dell'opinione pubblica. Come spesso in questi casi i media inglesi si dimostrano i più impegnati. 



Ecco le pagine online di alcuni siti di quotidiani tra i più visitati. Ricordiamo quanto è importante che una notizia sia divulgata perché diventi presente nella mente della gente (teoria dell'agenda setting) o all'opposto quanto facilmente perda rilevanza se non riceve immediato risalto dai mass media. 


Addirittura si osserva che solo quando un fatto è riportato dai giornali si sviluppa nel pubblico la considerazione che quel fatto è degno di attenzione. E' in questo modo che si forma (o viene manipolata) l'opinione pubblica. Lo abbiamo osservato molto bene negli ultimi vent'anni in Italia attraverso la TV.



Da parte della stampa inglese e della BBC c'è comunque la consapevolezza di trovarsi oggi di fronte a eventi di portata storica. In casa nostra sembra invece di osservare (a parte la notevole eccezione del Corriere) una certa incapacità a pesare gli avvenimenti: una sorta di ottusità o forse inesperienza nel misurarsi con il mondo reale, fuori dei confini dell'eterno piccolo "reality" italiano. 



Gli avvenimenti di casa nostra hanno la precedenza anche sulla Stampa.


Quasi imbarazzante infine la pagina web di Repubblica (il giornale online più visitato in Italia): il Vaticano, e poi di nuovo, come sempre, a battere sul tasto della malapolitica e della crisi (nei suoi aspetti di allarme sociale) che francamente, in questo momento, paiono del tutto secondari. Addirittura si cerca di "costruire" altre notizie  (la vicenda Calvin non si sa quanto risulterà rilevante, ad esempio, fra una settimana), del tutto marginali sul resto della stampa, con un effetto estraniante per quei lettori che siano almeno un po' al corrente di quanto davvero sta succedendo. 
In Medio Oriente, se non fosse chiaro, ci troviamo di fronte a un Governo che sta massacrando una parte del suo popolo la qual cosa è, in sè, completamente fuori dall'ordinario. All'opposto, l'anno scorso, il giornale fondato da Scalfari aveva descritto bene e con continuità la vicenda della Libia attraverso i suoi inviati "storici". 
Osserviamo basiti a quali notizie viene data, invece, la precedenza.  


Ci si chiede a questo punto, dove viva la redazione di Repubblica, sotto quale campana di vetro, o dentro a quale "reality" (non berlusconiano, questa volta). Ci si chiede anche che genere di servizio pensa di star offrendo e a chi giovi questa disinformazione offensiva.