17 aprile 2014

Piccoli crimini di guerra quotidiani: l'attacco sull'ambulatorio di Kahil del 14 aprile 2014 (provincia di Daraa)

Kahil, paese piccolo della provincia di Daraa. 14 aprile 2014.

Qui:

Un elicottero sgancia un barile esplosivo su un ambulatorio dove bambini siriani vengono vaccinati contro la poliomielite:



Il risultato è di un bambino ucciso, un infermiere e due donne morte sotto le macerie:
 (https://www.facebook.com/We.All.Horan.Martyrs/posts/654084341306323?stream_ref=10)

I barili esplosivi non sono una novità su Kahil (9 aprile):

A mostrare che, per l'attacco del 14 aprile, non si tratta di un semplice "danno collaterale" sta anche il fatto che nessun soldato dell'FSA è stato ferito. L'edificio non era un obiettivo militare e non era nemmeno creduto tale da chi l'ha colpito.

Le bombe esplosive, o barili esplosivi, non sono "bombe intelligenti" ma ordigni che cadono in verticale da un'altezza anche di mille metri sganciati da elicotteri da trasporto che volano molto alti in modo da evitare i proiettili della contraerea leggera. Per colpire con precisione uno specifico edificio, come in questo caso, si può utilizzare la tecnologia GPS con la quale chiunque si trovi a terra e con in mano un telefonino (emittente) può facilmente venire localizzato da un un ricevitore GPS.

La zona è sotto il controllo dell'FSA che ha arrestato l'uomo che ha confessato di aver ricoperto il ruolo della spia (https://www.facebook.com/We.All.Horan.Martyrs/posts/654082491306508?stream_ref=10) ovvero di aver permesso ai militari del regime di localizzare l'ambulatorio e di averli informati che quella costruzione era assai frequentata vista la sua destinazione di utilizzo.

L'impiego di MANPAD (missili terra aria di tipo Stinger) che metterebbe fine in pochi giorni a questo genere di attacchi (anche se non a quelli con aerei tradizionali) è stato bloccato per volontà dell' amministrazione Obama fin da settembre 2012 (http://www.reuters.com/article/2013/02/03/us-usa-syria-clinton-idUSBRE91201220130203).
In questo modo l'esercito siriano non necessita di armamenti particolarmente sofisticati: sono così sufficienti i meno costosi e diffusissimi elicotteri da trasporto.

7 aprile 2014

Torture in Siria: il report del Violations Documentation Center sulla prigione militare "Branch 261" di Homs

Un recente report pubblicato online dal Violations Documentation Center fa luce sui crimini commessi nella prigione militare di Homs, denominata Military Security Branch 261.

Il report si basa sulle testimonianze dirette di tre ex-detenuti e una guardia, cosa di non poco conto. Abu Yamen, questo il suo nome, ha prestato servizio nella prigione da giugno 2011 a luglio 2012, dunque per un periodo abbastanza lungo e ha conosciuto il personale impegnato nella prigione, fino ai ranghi più alti. Così sappiamo che il Generale di Brigata Abulkareem Sallum (da al-Qurdaha, Latakia) è al vertice della prigione.
Molte delle persone arrestate vengono giustiziate, specie quelle accusate di essere a capo di gruppi ribelli armati.
Stando alle parole di Abu Yamen, queste esecuzioni non vengono compiute da militari in servizio e di stanza nella prigione, ma da soldati di Hezbollah, fatti venire da fuori.

Il report nella versione inglese, che consigliamo di leggere, contiene anche la testimonianza di Layal al-Homsi, arrestata a Damasco a Novembre 2012 ma quasi subito trasferita nella Branch 261 di Homs, con l'accusa di aver prestato aiuto umanitario agli sfollati di Homs.
Rimasta nella prigione fino a gennaio 2013, la ragazza racconta in maniera dettagliata le molestie subite da parte delle guardie ma fa anche rifermento alla sorte ben peggiore toccata ad altre detenute e di cui è venuta a conoscenza.

Non c'è niente in questo report che non fosse purtroppo cosa nota e temuta relativamente alle carceri del regime. Tuttavia si rimane davvero colpiti da una parte del racconto di Abu Yamen, la guardia:

"A inizio di giugno 2012 ci fu ordinato di portare uno dei detenuti, il cui nome era Khan Sheikhoun (di Idlib) all'Ospedale Militare dopo che gli avevano staccato le unghie e lo avevano sottoposto a torture molto pesanti. Si rifiutarono di riceverlo. Allora io insistetti. L'ufficiale incaricato allora lo afferrò per una mano in maniera così brutale che lo fece cadere e sbattere la testa sul marciapiede. E quello morì subito, così, perché era già in condizioni critiche. Un'altra volta portammo all'Ospedale un detenuto già morto sotto tortura: un ufficiale gli vide un dente d'oro in bocca, e glielo tolse via.”

Dall'inizio della rivoluzione il VDC ha raccolto una serie agghiacciante di testimonianze (interviste) e prove (fotografie delle cicatrici rimaste sui corpi dei prigionieri rilasciati) per cui si possono contare a migliaia gli
arresti di cui i militari di questa prigione sono responsabili e a centinaia gli assassinii commessi all'interno.

Sapere che alla fine dell'incubo della tortura ci sarà non la liberazione ma la morte e che nessuno da fuori può far nulla: il senso di questi report è di illuminare il buio in cui sono state gettate queste persone. E di recuperare, se non i loro corpi, almeno i loro nomi.

http://www.vdc-sy.info/index.php/en/reports/1395194519#.U0Jpv_mSxrM

Gli edifici che costituiscono la Branch 261 a Homs:
http://wikimapia.org/#lang=it&lat=34.721580&lon=36.716652&z=15&m=b&show=/30384052/it/Military-Security-Branch-261&search=Homs%2C%20syria