21 aprile 2012

Sviluppo: tra neuroni ed esperienza

Sviluppo significa cambiamento: acquisire nuove capacità, nuovi interessi e saper fare cose che prima non sapevamo fare. 
Bambino, adolescente, adulto, anziano. Il corpo cambia e anche il nostro cervello cambia allo stesso modo. Si sviluppano i muscoli e le connessioni tra neuroni si riorganizzano durante l’infanzia e nella maturità. Anche quando impariamo una  lingua straniera il nostro cervello è sottoposto a dei cambiamenti: si memorizzano parole nuove ma anche il nostro udito diviene sensibile a dei suoni che nella nostra lingua madre non esistono e che non eravamo capaci di discriminare e quindi di cogliere. 
Durante la vecchiaia poi, molte cellule muoiono e così ci stanchiamo più facilmente quando facciamo una passeggiata oppure le ossa diventano più fragili.
Il cambiamento del corpo e del cervello è parallelo al cambiamento del comportamento e del pensiero.

La maturazione biologica influenza il rapporto che, come persone intratteniamo con la realtà e l’ambiente: il bambino impara a stare in piedi non appena la muscolatura delle gambe glielo permette e da lì può imparare a camminare.
Questo costituisce per lui una rivoluzione a trecentosessanta gradi: può andare in giro da solo e non più solo entro a una cesta trasportato dagli altri. Su due zampe la prospettiva cambia, letteralmente. Le possibilità e le occasioni di apprendimento si moltiplicano, il bambino può raggiungere gli oggetti che lo interessano senza doverli chiedere (indicandoli). Ci si accorge di quanto l’essere umano sia mobile, curioso.  E di quanto l’autonomia sia una necessità già a un anno.

Allo stesso modo da adolescenti il nostro corpo diventa capace di correre più veloce o alzare dei pesi. Diventiamo forti come i nostri genitori, e, se siamo femmine, ci ritroviamo a guardare dall’alto in basso, letteralmente, buona parte dei nostri compagni di classe maschi. Anche la nostra visione di noi stessi e degli altri, di conseguenza, cambia o meglio, si aggiorna. Possiamo scoprire che riusciamo a tenere in equilibrio un oggetto pesante come una motocicletta (invece della solita bici) e possiamo anche accorgerci che imparare a guidarla non è poi molto difficile. Ecco trovato un modo nuovo di passare i pomeriggi…. Quando la voce si è del tutto modificata un nostro amico ci fa notare che siamo intonati e quindi ci viene in mente di imparare a suonare la chitarra. Con i cambiamenti del corpo, cambiano anche alcuni nostri modi di vivere. E possono aprirsi nuove possibilità. 

Se a scuola cominciamo a suscitare l’interesse dei ragazzi più grandi, prendiamo coscienza di aver avuto la fortuna di essere considerate belle: possiamo eventualmente immaginare un futuro in cui, se ci impegneremo a fondo in quello che facciamo, questa qualità ci darà una marcia in più.

Da un altro punto di vista, poi, anche quello che facciamo nella vita concreta è capace di modificare il nostro cervello. Succede quando impariamo una lingua straniera, come già accennato. Il sistema motorio si modifica: la sensibilità di un violinista per lo strumento è permessa da una corteccia sensoriale e motoria che si è adattata, sotto la spinta della pratica e dell’esercizio, per controllare più finemente i movimenti dei muscoli della mano. 
E in più la memoria, che funziona proprio con la modifica delle sinapsi e con la creazione di nuove. Le immagini della Siria in TV che mia figlia ricorderà anche fra venti trenta anni, il gusto del sangue in bocca di quand’è caduta in piscina e si è fatta un taglio sulla lingua: queste impressioni che potrà rivivere e rievocare sono sistemate e fissate dentro di lei nell’unica forma di “registrazione” possibile: organizzazione di neuroni, produzione di particolari proteine, connessioni reciproche che si stabiliscono tra corpi cellulari che prima non erano in contatto. Ieri il cervello era un pochino diverso: non c’era dentro il ricordo di quelle immagini viste in TV, non c’era il ricordo del gusto del sangue.
Anche quello che dicono i miei insegnanti rimane dentro la mia memoria. Così come quello che leggo e imparo. E soprattutto quello che vedo fare dai miei compagni di classe, dai miei genitori, dagli altri adulti. La memoria, grazie al cervello, è formata di nozioni, impressioni, sentimenti, idee che si sommano una sull’altra o che si incastrano e combinano giorno dopo giorno. Ecco come la materia viene plasmata dall’esperienza e dall’apprendimento. Ecco perché l’uomo non è solo il suo DNA.